Per un museo esperienziale

Per un museo esperienziale

Condividiamo con piacere questo nostro articolo sull'ampliamento dei Musei del Duomo!
I recenti lavori ai Musei del Duomo hanno permesso di ampliare gli spazi espositivi al secondo piano del fabbricato, per una superficie aggiuntiva di 400 mq e altrettanti mq di deposito al piano sottotetto. Prima il museo si sviluppava al piano terra, con il Lapidario, e al primo piano, con il Museo del Tesoro, che custodisce una preziosa collezione di opere donate alla cattedrale o commissionate da benefattori già dai secoli più antichi. Nel nuovo piano è stato creato un percorso sulla storia architettonica e scultorea della cattedrale, sul cantiere e sui significati simbolici dei portali e delle sculture. Gli aspetti principali del progetto del nuovo piano espositivo si possono riassumere in due aggettivi: 1-un museo esperienziale 2-un museo partecipato.  Per quanto riguarda il primo aspetto, è noto come nel corso degli ultimi decenni si è passati da un museo inteso come  luogo di conservazione di una collezione a luogo di narrazione di un racconto, fino ad oggi in cui il museo è chiamato a essere luogo di esperienze: al visitatore non solo viene raccontata una storia ma diventa lui stesso partecipe attivo della storia, diventa l’attore che innesca la storia con i suoi sensi. Certamente oggi ci sono strumenti digitali molto performanti che possono creare ambientazioni immersive molto coinvolgenti, ma  per rendere la visita una esperienza, il vero catalizzatore, il vero promotore  è proprio lo spazio  fisico, che nelle sue declinazioni attiva un comportamento nel visitatore, lo fa muovere incuriosito,  provoca delle risposte, attiva i suoi sensi, attraverso luci, ombre, scorci, proiezioni, suoni. Il digitale deve essere un mezzo, non un fine. Il digitale non deve  prevaricare il materiale, anzi può essere uno strumento per render ancor più fisica la visita.  Le proiezioni digitali infatti qui si animano solo attraverso un gesto fisico del visitatore, che sia muovere la mano, ruotare un ingranaggio, spostare un cursore.  Il secondo aggettivo che può definire questo museo è “partecipato”, ovvero inclusivo, polifonico, che dà voce a diversi valori e a diversi intenti. Il nuovo percorso narrativo è infatti il risultato di un’azione partecipativa, dove tutte le istituzioni coinvolte, quali Basilica, Comune e Fondazione con Unicredit, hanno messo in campo i propri valori: fede, storia, arte, inclusione, didattica, nuove tecnologie digitali.  Questa commistione di intenti è ben visibile ed è il plus valore di questo spazio in quanto esprime una pluralità di voci e proprio per questo parla e sa parlare a tutti quelli saranno i diversi fruitori di queste sale: bambini, adolescenti, anziani, studiosi, fedeli, diversamente abili, turisti.  Entrando nel vivo del percorso del secondo piano, nella prima sala  viene narrata la storia architettonica, scultorea e urbanistica della cattedrale. Sul tavolo centrale viene proiettata una  linea del tempo digitale che viene attivata dai gesti del visitatore, che sceglie cosa interrogare per costruire la sua storia,  per poi ritrovare materialmente esposte sulle pareti le opere che documentano quella stessa evoluzione architettonica, scultorea e urbanistica. La  sala 2,  dedicata a proiezioni immersive, è polivalente, utilizzabile anche per conferenze o per mostre temporanee. La sala 3 avvolge il visitatore nel contesto del cantiere medievale, con al centro un tavolo di lavoro su cui sono apparecchiati gli attrezzi dei fabbri, degli scultorei, dei carpentieri che lavoravano alla costruzione della cattedrale. Queste stesse figure operanti nel cantiere vengono proiettate sulle pareti della stanza nelle loro raffigurazioni storiche. Accanto un’installazione  interattiva permette di scoprire le caratteristiche delle diverse pietre  mappate sul paramento lapideo del duomo e della torre, che si possono anche toccare con mano. Anche qui le proiezioni si attivano solo attraverso il gesto fisico del visitatore, che ruota un ingranaggio o muove un cursore. La Relatio, che è un antico codice miniato che racconta la costruzione della cattedrale, è sfogliabile in digitale nella sua versione integrale, attraverso un monitor touch su cui si possono leggere i suoi testi originali e apprezzare meglio i dettagli delle sue miniature. Nella sala 4, la stanza dei portali, è stata riprodotta e reinterpretata una porta scolpita, entro cui il visitatore può fare l’esperienza dell’attraversamento, del passaggio, avvicinandosi emotivamente alla comprensione dei significati reconditi  che ha la porta della cattedrale per il fedele nel medioevo,  intesa come passaggio dal mondo del profano al mondo del sacro.  Ci sono poi 4 installazioni ove il visitatore può interrogare le storie e i significati delle sculture rappresentate nelle 4 porte principali della cattedrale. Nella sala 5 , accanto ai calchi di importanti opere campionesi coeve al pontile, viene proiettato un racconto sui due principali rilievi scultorei della cattedrale, ovvero la Genesi di Wiligelmo e il pontile dei Maestri Campionesi. Qui, attraverso la forza dell’oralità, del racconto narrato,  vengono spiegati al visitatore i significati più profondi di questi cicli scultorei, letti come percorso di salvezza dalla caduta nel peccato alla redenzione in Cristo. Concludono il percorso due sale adibite a laboratori didattici per le scolaresche o per i visitatori più piccoli. La selezione dei contenuti e delle opere esposte e la scrittura dei testi del nuovo percorso al secondo piano è stata curata dalla direttrice dei Musei del Duomo Giovanna  Caselgrandi e dalla coordinatrice del sito Unesco Francesca Piccinini. Il progetto e la direzione lavori del secondo piano sono stati condotti  dall’arch. Elena Silvestri con la collaborazione di A.Lometti e A.Bianchini. Le installazioni multimediali sono state curate da Fuse*Factory con Corepixx.
leggi pdf articolo : MODENA - 3 MODENA MO03 (86)  
Anno: 2023
Progettisti: Arch. Elena Silvestri
Collaboratori: ing. Alessandro Lometti, arch. Alberto Bianchini